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Aporie-Testata

i poeti estemporanei di Adele Vitagliano

 
Si pubblica qui l’inventario dei poeti improvvisatori rubricati e valutati da Adele Vitagliano nel suo volume Storia della poesia estemporanea nella letteratura italiana dalle origini ai nostri giorni, Roma, Loescher, 1905. La prospettiva della ricerca condotta, e della scrittura relativa, è pienamente dentro a una sensibilità e competenza storico-letteraria, anche influenzata dalla percezione della “nuova Italia” post-unitaria, nell’epica risorgimentale. Benché persuasa anch’essa, in fondo, della presunta “vuotezza” e “fatuità” intrinseche alla poesia estemporanea, l’autrice non ha affatto rinunciato a una attenta valutazione critica dell’azione dei poeti e della versificazione che ne emerge, commentando altresì l’opera di alcuni improvvisatori che condivisero le aspirazioni all’unità nazionale, e addirittura fecero della loro competenza poetica uno strumento “di lotta” per contribuire al compimento del processo unitario. Benedetto Croce, che nutriva una forte diffidenza verso l’improvvisazione poetica, pur unita a un certo interesse per alcune vicende locali della poesia di matrice pastorale, ebbe a recensire, con molta cura, e apprezzare, con qualche riserva, il volume della Vitagliano:  
 
L’autrice di questa monografia ha avuto un’idea assai giusta, quando ha pensato che il culto della poesia improvvisa, rigoglioso, ininterrotto e rappresentato da nomi celebri nel periodo che va dal principio del secolo XVIII fino alla metà del XIX, sia da collegare con la letteratura formalistica, imitativa, melodica e vuota, dall’Arcadia via via fino al volgare romanticismo. Appunto per ciò a noi sembra che ella avrebbe fatto bene a circoscrivere la sua trattazione a quel secolo e mezzo di fioritura degli improvvisatori, da Bernardino Perfetti al Regaldi ed alla Milli. I primi sei capitoletti, che risalgono assai lontano nella storia, e cioè agli improvvisatori greci e romani, non solo sono assai poveri e troppo evidentemente prodotto di frettolosa compilazione, ma restano un fuor d’opera; e se l’autrice ha ben fatto nell’escludere le poesie improvvisate che si debbono a poeti di meditazione (quasi non c’è poeta che non abbia, qualche volta, in momenti di buon umore, improvvisato), e se ha escluso non meno opportunamente la commedia improvvisata o dell’arte, avrebbe dovuto altresì trascurare l’apparire sporadico d’improvvisatori nei secoli antecedenti al decimottavo, o accennarvi per quel tanto che fosse occorso in una breve introduzione. Certo, la radice psicologica della poesia estemporanea è sempre la stessa: ma la cosa non acquista importanza storica se non quando diviene un fatto generale, il che accade in Italia dal 1700 al 1850. Confessiamo che non sapremmo risolverci a riconoscere il menomo valore estetico alla poesia estemporanea: giudizio negativo, che è comprovato dai migliori saggi dei maggiori improvvisatori, che questo volume ci offre. «Se (la poesia) è buona, la subitaneità le aumenta valore, perché anche la rapidità, la immediatezza sono doti non ispregiabili della mente umana» (p. 169). […] La ragione vera dell’ammirazione per la poesia improvvisa è detta dall’autrice stessa, qualche pagina dopo: «Si prova quasi l’illusione e la soddisfazione d’aver conosciuto più da vicino l’estro, l’ispirazione poetica, e d’averla potuta toccare con mano» (p. 172). Ma qui «illusione» è da sottolineare. L’ammirazione per la poesia estemporanea nasce dal falso e triviale concetto della genialità e della spontaneità, che viene confusa e identificata con la cortezza del tempo impiegato nella produzione (quasi al modo stesso che Bernardo Davanzati, come fu detto, nella sua traduzione di Tacito, scambiava l’essere breve con l’esser corto). […]   I1 libro della dott.ssa Vitagliano è condotto sulla scorta di molte ricerche (l’autrice ci fa sapere, nella prefazione, che il dr. Tommaso Gnoli, il quale aveva ideato un volume sullo stesso argomento, le ha ceduto tutti i suoi appunti), e, come abbiamo già messo in rilievo, salvo che in qualche particolare, contiene un’assai giusta comprensione del suo tema. (Benedetto Croce, recensione Adele Vitagliano. - Storia della poesia estemporanea nella letteratura italiana dalle origini ai nostri giorni. -  Roma, Loescher, 190, pp. XI-268, in “La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia diretta da B. Croce”, 3, 1905, pp. 47-49).
 
L’opera di Adele Vitagliano rappresenta probabilmente la prima silloge generale e coerente su coloro che si sono impegnati, a vario titolo e con esiti molto diversi, nell’improvvisazione poetica all’interno dell’esperienza storico-letteraria italiana. Costituisce un corpus “chiuso” che pubblica nomi, luoghi e testi, descrive contesti, relazioni e pratiche importanti e, talora, non documentati altrimenti. Per questo abbiano ritenuto opportuno indicizzare “i poeti estemporanei di Adele Vitagliano”, secondo le procedure seguenti:
 
· Cognome, Nome, nome “d’arte” o nome celebrativo
· dati anagrafici, se presenti
· pagina del volume concernente il nome rubricato (Vitagliano 1905, p. n.ro)
· riproduzione (eventuale) di passi tratti dal volume, concernenti il nome rubricato
 

"Pero"

Poeta estemporaneo attivo nel XVI sec. (Vitagliano 1905, p. 53).

Alemanni, Luigi

Poeta estemporaneo attivo nel XVI sec. (Vitagliano 1905, p. 53).

Antoniano, Silvio

Nato nel 1540 e deceduto nel 1603 (Vitagliano 1905, p. 54).

Fin dai primi anni diede promettenti segni di attitudini poetiche; a undici, componeva versi che destavano meraviglia ed ammirazione. Venuto a Roma, è fama che predicesse, così fanciullo, il papato al Cardinale de' Medici (Pio IV), in alcune ottave, che cantò all'improvviso alla sua presenza. Poco dopo, avendolo ascoltato il duca Ercole di Ferrara, lo nominò professore di lettere. Morto il duca, ritornò a Roma, e fu nominato insegnante in quell'Università. Fu uno dei giudici a cui Torquato affidò la Gerusalemme, prima di stamparla. Clemente VIII lo fece cardinale, e secondo il Ruscelli (Rimario, cap. III), che ne dice mirabilia, ed altri suoi contemporanei, fu veramente un singolare improvvisatore.

Bacchini

Nell'elenco degli improvvisatori italiani di ambito colto, listati in (Vitagliano, 1905).

Baldinotti, Giovanni Gioacchino

Poeta estemporaneo vissuto nel XVIII sec. (Vitagliano 1905, p. 197).

Viaggiò in Spagna, Portogallo, Francia, Inghilterra e perfino Brasile. Fu maestro di Bartolomeo Sestini, con il quale compì un giro in Toscana riscuotendo ovunque applausi.

Bertola, Aurelio "De' Giorgi"

Vissuto a cavallo dei secc. XVIII e XIX (Vitagliano 1905, p. 136, 138).

Non improvvisatore di professione, ma galante poeta estemporaneo di canzonette erotiche, abate volubile, piacevole, buontempone.

Biamonti

Improvvisatore vissuto a cavallo dei secc. XVIII e XIX (Vitagliano 1905, p. 142).

Carrer, Luigi

Nato a Venezia nel 1801 (Vitagliano 1905, pp. 163-5).

Fu mosso ad improvvisare tragedie dal rumore che suscitavano le accademie dello Sgricci. Notevole è infatti che egli cominciasse proprio quando la fama del nuovo Unico correva trionfale tutta Italia. Dicesi che a soli sedici anni si provasse la prima volta ad improvvisare una tragedia in casa di un prete, tal Giovanni Riva, e se la cavasse con tanto onore da lasciare ammirati gli ascoltatori, tra i quali il Byron, che avrebbe presgito nel giovinetto un grande poeta. Lusingato dai lieti successi, ribattezzato col nome di Arminio, dal titolo d'una sua tragedia, corse trionfalmente il Veneto, dando qua e là improvvisazioni alla maniera dello Sgricci; privatamente però e senza guadagno. Non mancarono i soliti fragorosi applausi, gli elogi perticati, gli articoli apologetici dei giornali e gli inni dei letterati, tutto insomma il solito bagaglio di onori, di cui quella società non era mai avara co' poeti estemporanei, e che noi in questo caso non possiamo valutare, perché non ci è pervenuta nessuna tragedia improvvisata del Carrer. Certo è, che anche i contemporanei meno infatuati sono d'accordo nel riconoscergli vivezza di fantasia, vena abbondante ed eleganza di elocuzione, mentre sembra difettasse di tragicità e di arte scenica. Inebriato da' precoci, rapidissi trionfi, si atteggiava a grande tragico, tale proclamandosi anche in certi suoi versi autobiografici. Ma poi, ascoltando i consigli del Monti e più ancora quelli della sua salute, abbandonò presto i facili allori della musa estemporanea per dedicarsi alla poesia meditata.

Casser, Giuseppe

Frate minore vissuto sulla fine del XVIII sec. (Vitagliano 1905, pp. 143-44).

Chiarini "Baco"

Rigattiere vissuto a Firenze sul principio del XIX sec. (Vitagliano 1905, p. 190).

Si distinse tra i colleghi e gli scolari del Somigli, e dobbiamo a Giovanni Duprè le notizie che di lui ci restano.

Costanzo, Giovanni Aurelio

Vissuto a Siracusa nel XIX sec. (Vitagliano 1905, p. 248).

Fu amico sincero di Eliodoro Lombardi, con il quale aveva una mirabile comunanza di spiriti e di ideali.

Dusperg, Guglielmo

Vissuto a cavallo dei secc. XVIII e XIX (Vitagliano 1905, p. 142)

Di nazionalità inglese, improvvisava in italiano. Annoverato, insieme a Biamonti, Giannone Gioacchino Basseggio, Ludovico Lustrini e altri, in uno stuolo di ormai dimenticati improvvisatori. 

Fano, Cesare

Poeta estemporaneo attivo nel XVI sec. (Vitagliano 1905, p. 53).

Figaro, Pompeo

Abate, nato a Genova. Nell'elenco degli improvvisatori italiani di ambito colto, listati in (Vitagliano, 1905).

Fortis, Alberto

Poeta e improvvisatore vissuto a cavallo dei secc. XVIII e XIX (Vitagliano 1905, p. 100).

A Venezia, ormai anziano, si innamorò dell'improvvisatrice Teresa Bandettini ovvero Amarilli Etrusca, che, tuttavia, gli rimase sempre e solo ottima amica.

Gagliuffi, Marco Faustino

Di origini dalmate, nato a Ragusa il 15 febbraio 1765 e deceduto nel 1834 (Vitagliano 1905, pp. 132-4, 138, 178).

Gazzeri

Nell'elenco degli improvvisatori italiani di ambito colto, listati in (Vitagliano, 1905).

Gelmi

Pistore originario di Verona, risulta attivo intorno al 1587. Pubblica dei Sonetti (1587), e fu anche poeta estemporaneo, improvvisando con velocità inaudita in ogni metro (Vitagliano, 1905:53).

Giannone

Improvvisatore vissuto a cavallo dei secc. XVIII e XIX (Vitagliano 1905, p. 142).

Grandi, Adriano

Attivo nel 1586. Rivale e contemporaneo di Gelmi, che lo cita (Vitagliano, 1905: 54).

Landi Mazzei

Improvvisatrice vissuta a cavallo dei secc. XVIII e XIX (Vitagliano 1905, p. 142).

Lombardi, Elidoro

Oriundo di Marsala, nacque a Trapani nel 1836 (Vitagliano 1905, pp. 195, 247, 252).

Lustrini, Ludovico

Improvvisatore vissuto a cavallo dei secc. XVIII e XIX (Vitagliano 1905, p. 142).

Micheli, Cecilia

Attiva nel XVI sec., originaria di Venezia (Vitagliano 1905, p. 53).

Moglie di Luigi Marcello, fu anch'essa mirabile improvvisatrice, tanto che i suoi madrigali si credevano, ai suoi tempi, scritti da eccellenti scrittori.

Mollo, Gaspare

Originario di Napoli, nato nel 1754 e deceduto nel 1821 (Vitagliano 1905, pp. 131-2, 138, 178).

Natali, Antonio

Poeta estemporaneo veronese attivo tra il XVIII e il XIX sec. (Vitagliano 1905, pp. 143-4).

Pellegrini

Pastorella dell'Arcadia allieva del Rocchetti (Vitagliano 1905, p. 136).

Pindemonte, Giovanni

Poeta e improvvisatore attivo a cavallo dei secc. XVIII e XIX (Vitagliano 1905 p. 100, 105).

Come Alberto Fortis, a Venezia si innamorò dell'improvvisatrice Teresa Bandettini, che tuttavia gli rimase solo ottima amica.

Pradel

Imitatore e scolaro dello Sgricci di nazionalità francese, fu attivo nel XIX sec. (Vitagliano 1905, p. 165).

A Parigi sostenne una gara estemporanea con Luigi Cicconi sul tema Cesare Borgia, ma ne uscì sconfitto.

Prati, Giovanni

Poeta estemporaneo attivo nel XIX sec. (Vitagliano 1905, pp. 190-91, 196,  224, 249).

Quattromanni, Luigi

Originario di Napoli (Vitagliano 1905, p. 201).

Ne narra nelle sue sestine autobiografiche Gabriele Rossetti.

Raimberti

Originario di Milano (Vitagliano 1905, p. 251).

Cantore del risorgimento nazionale, patriota, cospiratore ed improvvisator satirico, il quale, attorno al 1859, flagellava in Milano austriaci ed astriacanti.

Regaldi, Giuseppe

Nato a Novara nel 1809 (Vitagliano 1905, p. XV, XVII, 78, 141, 171, 175, 196, 204, 222, 225, 234, 235, 249, 252).

Sarchi, Livia

Improvvisatrice vissuta a cavallo dei secc. XVIII e XIX (Vitagliano 1905, p. 142).

Signorini

Improvvisatore dell'Appennino pistojese vissuto a cavallo dei secc. XVIII e XIX (Vitagliano 1905, p. 182).

Talassi, Angelo

Originario di Ferrara. Nell'elenco degli improvvisatori italiani di ambito colto, listati in (Vitagliano, 1905).