Credits  |  Cerca nel sito  |  Contatti  |  News

Aporie-Testata

Pratella1

Pratella2

Pagine tratte da: Francesco Balilla Pratella, Saggio di gridi, canzoni, cori e danze del popolo italiano, Bologna, Bongiovanni, 1919, pp. 70-71.

Alle pp. 12-13 dello stesso volume Pratella illustra la melodia per cantare il Tasso dei gondolieri:

Il Tasso fra i gondolieri veneziani e il doppio modo di cantare le stornelle romagnole
Dopo aver visto il Tasso attraverso la musica del Monteverdi, ora lo vedremo attraverso il canto dei gondolieri di Venezia. Analogia di testo poetico ed analogia di espressione musicale. Il canto dei gondolieri appare indubbiamente posteriore alla musica del cremonese per una struttura della strofe più simmetrica e più proporzionata, per una maggiore unità e determinatezza nelle cadenze e per una maggiore scorrevolezza ed intensità e libertà nella melodia. Vi si rileva chiaramente l'influenza decisa delle due nuove modalità moderne maggiore e minore. Il carattere espressivo generale è però identico in entrambi i generi di musica, se anche in quello del Monteverdi l'espressione stia subordinata all'arte ed in quello dei gondolieri si abbandoni al pieno ed ampio sfogo dell'anima popolare.Silvio Bonmartini, nel N. 7, anno I – novembre 1904 – della rivista milanese Varietas, ha pubblicato in un articolo intitolato Gondole e Gondolieri – Venezia, ottobre 1904 anche la musica popolare che suole accompagnare le ottave della Gerusalemme liberata del Tasso: musica che, secondo una sua asserzione, egli avrebbe fotografato da due manoscritti antichi – ma non ne dice né la data, né il luogo dove si trovino. Ma questo poco importa, poiché lo stile medesimo di tali melodie presenta per sé stesso sicura garanzia di autenticità. Si dovranno invece mettere molti dubbi sulla fedeltà della loro notazione, specialmente per quello che riguarda la parte ritmica: la quale, presa così come si trova scritta, fa la figura di una formosa e fiorente ragazza del popolo, a cui sia stata posta in dosso una veste stretta ed inadatta al suo esuberante tipo estetico. Ciò malgrado io non mi permetterò di modificare neppure di una sola figura la notazione riportata dal Bonmartini, limitandomi ad esporre un mio dubbio – confortato da una lunga pratica dei canti popolari – ed accontentandomi di sopprimere l'assolutamente cattivo ed inutile accompagnamento di pianoforte, che si trova unito alla prima delle due melodie.
Si sa pure e per certo che il grande musicista ungherese Francesco Liszt raccolse a Venezia qualcuno di questi canti popolari  sul Tasso, per introdurlo precisamente nel suo Tasso, poema sinfonico per orchestra.
Ritornando all'articolo Gondole e Gondolieri, aggiungerò che il Bonmartini vi descrive inoltre la maniera nella quale i gondolieri veneziani cantano il Tasso e vi cita i nomi degli ultimi cantori popolari – Pietro Celega del traghetto di San Gregorio e Antonio Baghesse del traghetto Danieli; ho detto ultimi, giacché questa usanza va a poco a poco scomparendo come tutte le vecchie usanze, ed oggi, giorno in cui io scrivo – anno 1915 – essa sarà forse tramontata definitivamente.
Queste le parole del Bonmartini: "Il Tasso non si declama quasi mai; lo si canta sulla melodia suaccennata, sempre ripetentesi. Ordinariamente i cantori si collocano alle due sponde opposte dei traghetti ed il primo intuona un'ottava a capriccio. La sospende di solito al quarto verso e el fradelo che sta dall'altra parte del canale deve continuarla senza interruzioni. Se sbaglia ha le beffe di tutti e qualche litro di vino è la sua pena per aver compiuto l'errore. Gondolieri veneziani che abbiano appreso a memoria l'intero poema della Gerusalemme se ne contano a centinaia".
L'attributo di fradelo, che i cantori popolari veneziani si scambiano l'uno con l'altro, mi richiama alla mente un'usanza della Finlandia. I cantori popolari finnici, quando cantano alternandosi i runi del Kalevala, si tengono stretti reciprocamente e fraternamente per ambe le mani.
Il modo di cantare il Tasso presso i gondolieri veneziani è un modo di cantare monodico, strofico ed alternato, simile a quello in cui si canta la Stornella romagnola.
La strofe dei gondolieri è composta di quattro versi, corrispondenti a quattro frasi musicali; così pure è composta la strofe della Stornella, con le stesse simmetrie e con le medesime cadenze rime.
La risposta del fradelo nei canti del Tasso è una seconda strofe, composta come la prima di quattro versi-frasi musicali, ma melodicamente differente; la risposta alla Stornella consiste pure in una seconda strofe, composta come la prima di quattro versi-frasi musicali, e che può essere anch'essa melodicamente differente.
Il carattere generale espressivo e lo stile sono quelli dei canti narrativi in entrambi i generi di canto – il veneziano ed il romagnolo; e l'unità di carattere e di stile non viene meno neppure nelle due diverse melodie della proposta e della risposta di ogni singolo genere. [...]